Il lavoro in regola sembra un'utopia per molti? La tutela della legalità sembra un diritto troppo distante? Il mercato del lavoro nasconde una concorrenza sleale? Nasce un nuovo accordo tra il Consiglio Nazionale dell'ordine dei Consulenti del lavoro e l'Ispettorato Nazionale che battezza un vero e proprio osservatorio per la legalità.
Fondato l'osservatorio legalità per tutelare il lavoro in regola
Il 9 febbraio 2018, presso l'auditorium dei Consulenti del Lavoro a Roma, si è svolto un'incontro fondamentale tra il Consiglio nazionale e l’Ispettorato, in occasione del quale è stato siglato un accordo per tutelare la professione dei consulenti del lavoro e della sicurezza sul lavoro, contrastando spiacevoli fenomeni quali: pratiche di dumping contrattuale e sociale, concessioni di appalti irregolari, intermediazione illecite e abuso del funzionamento dell’istituto della cooperativa.
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Condotte illecite di cooperative
“Queste intese - ha spiegato la presidente del Consiglio nazionale dell’ordine Marina Calderone - sono la sintesi di una collaborazione che va avanti da anni, con l’Ispettorato Nazionale oggi e ancora prima con la Direzione Generale delle attività ispettive del Ministero del Lavoro. L’obiettivo è di promuovere il lavoro etico e contrastare quei fenomeni distorsivi del mercato del lavoro che si traducono in un inasprimento dell’abusivismo professionale, da un lato, e delle condotte illecite dall’altro”.
Ultimamente, infatti, è capitato che cooperative e altre realtà che hanno come fine ultimo quello di proporre alle aziende il lavoro a basso costo hanno tentato di squalificare il mercato del lavoro. Per sconfiggere tali fenomeni è quindi necessario ricondurre alla legalità tanti rapporti di lavoro, dare delle opportunità concrete ai giovani e consentire ai professionisti di accompagnare le aziende in un contesto di legalità dove "il rispetto delle regole parla di etica e di costruzione di una società diversa in cui il lavoro diventa ancora una volta il vero pilastro".
In particolare si sono susseguite segnalazioni, da parte del Consiglio Nazionale dell’Ordine al Ministero del Lavoro, circa appalti irregolari grazie ai quali alcune cooperative rifornivano di personale piccole e medie imprese, ricorrendo a tariffe estremamente basse rispetto al costo del lavoro. In alcuni casi questi istituti spingevano addirittura l’impresa a licenziare la forza lavoro già dipendente prospettando un orizzonte di sottocosto del lavoro più vantaggioso.
Questo tipo di condotte è stato sottoposto all’Ispettorato e denunciato all'Autorità giudiziaria. “Nel corso del 2017 due aziende su tre sono risultate irregolari, per un totale di 48.073 lavoratori sommersi”, ha dichiarato Paolo Pennesi, capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro; “i fenomeni di patologia e di irregolarità che caratterizzano il mercato del lavoro - continua Pannesi - sono sempre nuovi e sempre multiformi e quindi bisogna monitorarli molto bene". L’aiuto di professionisti inseriti nel settore del lavoro possono rappresentare degli ottimi punti di osservazione per segnalare questi tipi di patologie e questi fenomeni.
Funzioni dell'osservatorio legalità
I consulenti del lavoro sono impegnati a promuovere il lavoro in regola non solo tra imprese e lavoratori, ma anche all’interno della categoria stessa. Proprio a questo punta il protocollo contro l’abusivismo della professione. Il Consiglio nazionale metterà a disposizione degli ispettori una banca dati dell’albo professionale dei consulenti del lavoro col fine di far verificare l’effettività dell’iscrizione.
Con il neonato osservatorio si vuole valorizzare il lavoro etico, trasmettendo al personale ispettivo tutte le segnalazioni che perverranno dagli iscritti e dai Consigli provinciali. Inoltre verranno periodicamente organizzati incontri, seminari e iniziative culturali per sensibilizzare gli operatori del mercato del lavoro e, non secondariamente, tutta la società.
Altro tema è la verifica dell’effettiva rappresentatività sindacale ai fini della contrattazione. E su questo tema si è soffermato Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro. “Arriva la richiesta - ha dichiarato - di dare certezze alle aziende e agli operatori professionisti. E questa sicurezza si può ottenere solamente rendendo pubblici i dati sulle iscrizioni ai sindacati. Poiché dalla scelta del contratto collettivo sottoscritto dalle organizzazion riconosciute dalla legge dipende il poter usufruire delle agevolazioni, della decontribuzione e di tutte quelle forme per cui è previsto questo requisito".
Per poter monitorare al meglio la soluzione, è necessario che siano resi accessibili anche tutti i dati rilevabili dall’Inps. E quest'ultimo rappresenta un attore decisivo in quanto, se si continua a restare in una nebulosa, se persiste una zona grigia, tutto va a discapito della certezza creando situazioni che possono portare ad un contenzioso.