La Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge denominato “Falanga” che prevede lo stanziamento di 45 milioni di euro per la demolizione degli edifici abusivi, la semplificazione delle procedure per la demolizione che seguiranno una lista di priorità e saranno molto più veloci e snelle a livello burocratico e l’istituzione di una banca dati nazionale delle opere abusive presso il Ministero delle Infrastrutture (Mit). Molto probabilmente questo disegno di legge sarà confermato dal Senato senza modifiche.
Basta edifici abusivi. Ora anche fondi a disposizione per abbatterli
Le demolizioni spesso rimanevano ferme per la mancanza di fondi da parte dei Comuni necessari per l'accertamento degli abusi e la loro successiva demolizione. I 45 milioni stanziati serviranno appunto a risolvere questo problema. I fondi saranno erogati previa documentazione amministrativa e contabile secondo criteri da definire con un decreto del Ministero dell'Ambiente e del Mit. Il piano prevede 5 milioni di euro per l'anno 2016 e 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020.
La priorità per la demolizione delle opere abusive sarà data innanzitutto a tutti quegli immobili costruiti in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico, storico-artistico e con rilevante impatto ambientale. Seguono gli immobili che costituiscono pericolo per la pubblica e privata incolumità e per finire tutti quegli immobili che sono stati sottratti alla mafia.
La priorità sarà attribuita di regola in ognuna di queste categorie agli immobili non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado, a quelli in corso di costruzione e a quelli non stabilmente abitati. Ognuno di questi criteri dovrà essere sempre e comunque valutato volta per volta dai Procuratori della Repubblica, che decideranno anche in base ai casi specifici.
Per rendere questo progetto più efficace e concreto, il Governo, avviando una collaborazione con Regioni ed enti locali interessati, si è impegnato a presentare ogni anno una relazione non solo sulle demolizioni effettuate e sullo stato dell'abusivismo edilizio, ma anche sull'eventuale riqualificazione urbanistica degli edifici abusivi non demoliti.