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Imprese a corto di personale specializzato e giovani a spasso. È il paradosso fotografato in un rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato che ha misurato la scarsità di figure professionali necessarie al complesso delle aziende italiane e ha stilato una classifica dei mestieri più ‘trascurati’.

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Risultato: il 26,7% del fabbisogno occupazionale delle imprese italiane per il 2010 risulta insoddisfatto. La difficoltà di reperimento a causa della scarsità di persone che svolgono quella professione si aggrava di molto per 68 attività tipicamente artigiane. A cominciare dagli installatori di infissi e serramenti: nel 2010 alle imprese italiane ne servirebbero 1.500, ma l’83,3% è di difficile reperimento. Seguono panettieri e pastai: su un fabbisogno di 1.040 lavoratori, le imprese dovranno rinunciare ad assumerne il 39,4%. Non va meglio per i tessitori e i maglieristi. Dei 330 richiesti dalle aziende, il 33,3% risulta di difficile reperimento. Mestieri ‘trascurati’ anche quelli di tagliatori di pietre, scalpellini e marmisti: il 29,5% dei 610 lavoratori necessari non risponde all’appello delle aziende.

Sorte analoga per pasticceri e gelatai: introvabile il 29,1% dei 1.750 lavoratori che le imprese italiane sarebbero pronte ad assumere.La lista dei 68 mestieri di difficile reperimento è lunga e continua con le attività di pavimentatore, sarto, parrucchiere, falegname installatore di impianti, cuoco. Tutto ciò – fa rilevare l’Ufficio Studi di Confartigianato - mentre l’Italia è il Paese che in Europa, dopo la Spagna, registra il più alto tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni: 25,9% a fronte del 20,2% della media Ue.

La situazione è destinata a peggiorare se si considera che tra il 2008 e il 2010 i giovani disoccupati tra i 15 e i 34 anni sono aumentati di 216.000 unità. Giovani sempre più distanti dal mondo del lavoro, dunque. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato ben 2 giovani su 3, pari a 9.343.000, non hanno avuto un contatto con il mondo del lavoro durante il corso di studi. Soltanto il 4% dei giovani tra 15 e 34 anni ha alle spalle esperienze di stages e tirocini. La maggior parte (55,3%) degli ingressi nel mercato del lavoro avviene attraverso segnalazione di amici e parenti.



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