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06
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Materiale Edile

Anche se a volte è difficile rendersene conto, tutti i settori sfruttano materiali per raggiungere precisi obiettivi, e anche se queste sostanze od oggetti sono molto diversi tra loro, il problema che si pone è sempre lo stesso: come riciclare gli scarti che non servono più? In alcuni contesti è facile capire come procedere, mentre in altri risulta persino difficile comprendere cosa è recuperabile e cosa no. L’edilizia rientra in questa seconda categoria: sebbene la pratica di reimpiegare i materiali inerti non sia ancora estesa capillarmente nel campo, l’attenzione negli ultimi tempi è cresciuta e si sta diffondendo l’importanza di riciclarli per salvaguardare l’ambiente. Oltre a seguire le normative, bisogna attuare processi precisi, eseguiti con il supporto di macchinari, e progettare gli spazi nel cantiere per convertire i rifiuti inerti in materia prima secondaria. Questi materiali sono solitamente aggregati di origine rocciosa, naturale o artificiale, derivata dalla frantumazione delle rocce. Solitamente vengono distinti in inerti fini o sabbie, oppure inerti grandi come ghiaie o pietrisco.

Vagliatura: in cosa consiste

Tra le procedure impiegate per separare i materiali inerti per poi recuperarli in un successo momento c’è la vagliatura, attraverso cui possono essere divisi in maniera diretta varie tipologie di sostanze, non solo seguendo un criterio granulometrico, ma anche considerando la loro nocività. Per compierla è necessario disporre di appositi attrezzi, come il vaglio vibrante per inerti, ideale per staccare qualsiasi tipo di materiale dalle piccole o medie dimensioni. Senza una strumentazione simile sarebbe impensabile riutilizzare le parti di scarto derivanti dalle attività di scavo e più in generale edili, che dopo un opportuno trattamento potranno essere reimmessi nel settore per generare nuovi composti. I vantaggi ottenuti saranno un risparmio economico di un certo rilievo e l’aver evitato spreco di materiale grazie alla possibilità di riciclarlo e realizzare con esso nuovi prodotti. Sicuramente un macchinario adibito alla vagliatura deve possedere alcuni elementi imprescindibili per poter operare in contesti spesso difficoltosi quali sono i cantieri edili, riuscendo a trasportare al contempo i pezzi di materiale selezionati. Scopo primario del vaglio drenante è dunque svolgere una selezione accurata degli inerti, fino all’ottenimento di un prodotto con grado di purezza accettabile, che potrà poi essere impiegato nella produzione di materiali utili per la lavorazione.

Processi di sfangatura

Nell’attività edilizia il recupero di materiali fini è all’ordine del giorno: in qualunque processo di lavorazione di minerali o altri materiali gli impianti di lavaggio finiscono con l’avere liquame confluente nelle acque di scarico ricco di inerti con granulometria piccola. Invece che essere introdotti in bacini di decantazione per far andare in sospensione le materie solide e separarle da quelle liquide, gli inerti fini possono essere recuperati attraverso la sfangatura. Anche qui i macchinari ricoprono un ruolo di primaria importanza, perché si differenziano non solo in funzione del prodotto da lavare, ma soprattutto tenendo conto dei materiali indesiderati che occorre separare dal prodotto trattato. Nel caso di fanghi molto adesivi per esempio è necessario intervenire con le sfangatrici, che tramite le palette rimescolano il materiale, determinando grazie all’azione d’urto e sfregamento la sua disaggregazione dalle impurità. Solo successivamente si potrà procedere con il lavaggio vero e proprio. In questa fase i vagli si rivelano fondamentali se nel materiale sono presenti sostanze inquinanti come plastica, legno e carta. A essere ottenuta una sabbia vagliata, ottimale per il confezionamento di malte per intonaci e malte utilizzate nelle opere murarie.

La ciclonatura

Una delle macchine impiegate per recuperare le particelle fini dall’acqua del lavaggio è proprio il vaglio drenante per sabbia, che avviene attraverso un’operazione di ciclonatura e asciugatura. L’acqua proveniente dal lavaggio, carica di particelle fini, viene inviata a una vasca di raccolta. Qui una pompa aspira il miscuglio di acqua e fini, inviandolo a un idrociclone dove grazie alla forza centrifuga le particelle solide si addensano e vengono espulse tramite un cono, mentre l’acqua e i limi fuoriescono da un’altra parte dello strumento. Per separare il miscuglio di particelle e acqua entra in azione un vibroasciugatore che provvede a disidratare il solido. A venire recuperati non sono solo la sabbia o altri materiali composti da microgranuli, ma anche l’acqua, reimpiegata in successivi processi.

Quali potrebbero essere i campi d’applicazione della sabbia ciclonata? Trattandosi di un aggregato naturale umido lavato e vagliato, può essere impiegata per la realizzazione di materiali non legati e legati con leganti idraulici, come inerte per l’industria della ceramica, per la produzione di collanti e colori, come sabbia d’attrito.
Le operazioni descritte perseguono tutte il medesimo obiettivo: riportare all’interno del ciclo produttivo i materiali che, una volta separati tenendo conto delle dimensioni che li contraddistinguono, aumentano di valore e acquisiscono un grado di purezza maggiore, tornando utili per gli scopi più disparati. Un’azione che non solo contribuisce a evitare lo spreco di materiali, aiutando a rendere sostenibile un settore come quello edilizio che difficilmente riesce a essere considerato tale, almeno per il momento, ma che riesce anche a ridurre i costi di smaltimento in discarica.



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